Bouncing è una parola che fa tremare le gambe a qualsiasi
SEO. Vuol dire che chi ha aperto una pagina web ha deciso subito di cambiare sito.
Una sola pagina visualizzata, cosa c'è di peggio?
Fiasco totale, verrebbe da pensare.
E invece no, potrebbe essere esattamente il contrario. Forse il visitatore che ha trovato un riferimento alla pagina da un motore di ricerca ha letto la pagina e poi è andato via soddisfatto. E' andato via contento dell'esperienza avuta. Ha trovato le informazioni che cercava e non vuole sapere nient'altro.
Se pensato sotto questa ottica le bouncing pages potrebbero addirittura essere un indice di qualità.
Per cui l'editore di un sito internet cosa deve pensare quando legge informazioni sulle bouncing pages?
Pensiamo ad esempio ad un sito di e-commerce, magari sviluppato con le ultime tecnologie e con, fra le altre cose, un bel carrello
AJAX.
Il visitatore Gino trova su google un link direttamente alla pagina del prodotto, finalmente una buona offerta per il pettine ad energia solare che ha sempre desiderato, inserisce l'ambito pettine nel carrello, il che, dato che il carrello è in Ajax, non lo costringe a cambiare pagina, e poi esegue il checkout e il pagamento sempre dalla stessa pagina, la quale scambia si informazioni col server ma che di fatto non fa alcuna chiamata http.
Ci troviamo di fronte ad una bouncing page di successo.
Gino ha acquistato il suo nuovo pettine ma non ha dovuto cambiare pagina per farlo e subito dopo è andato via.
Questo significa che il sito è ben progettato.
Tuttavia a fine mese, il SEO guarderà questi dati, troverà la bouncing page conteggiata e si domanderà: "Come posso ridurre queste odiose bouncing pages?", "Devo agire sulle keyword?", "Cerco fondi per una nuova campagna pubblicitaria?".
Tutto ciò è molto curioso!